Mindfulness è una forma di meditazione laica che affonda le sue radici nel buddismo.
Per come la conosciamo e la pratichiamo nel mondo occidentale, dobbiamo dare merito a Jon Kabat Zinn, un giovane medico con il sogno di aiutare le persone a stare meglio, che si è ritrovato, nella clinica in cui lavorava, a prescrivere antidolorifici che a lungo andare non avevano più effetto. Dopo un primo momento di frustrazione per la situazione che stava vivendo e delusione per non poter davvero aiutare i pazienti, cominciò ad elaborare e sperimentare in quella clinica, una nuova modalità di relazionarsi al dolore. Invece di nasconderlo con le medicine, che tra l’altro davano assuefazione e divenivano sempre meno efficaci, introdusse come terapia delle pratiche meditative che prevedevano il contatto con il respiro e con le sensazioni corporee, anche con quelle dolorose.
Questo avveniva negli Stati Uniti del lontano 1979.
Da quel primo esperimento prese vita il famoso protocollo MBSR (Mindful based Stress reduction), un protocollo utile a ridurre lo stress utilizzando la meditazione.
Oggi Mindfulness è ampiamente diffusa in tutto il mondo e la sua pratica aiuta non solo ad essere meno stressati, ma a diventare più presenti a sé stessi e a tutto ciò che ci accade attorno. La diffusione di Mindfulness, in particolare negli ultimi 25 anni, ha portato anche alla pubblicazione di tantissime ricerche e di altri protocolli che pongono di volta in volta l’accento su aspetti diversi della vita di ognuno.
Mindfulness, dunque, non è solo una pratica che affonda le sue radici nell’antichità, ma ha anche un vastissimo territorio di applicazione.
È sicuramente una pratica molto studiata ed utilizzata sia per il benessere generale di chi vorrebbe condurre una vita meno stressante sia per alleviare la sofferenza, ridurre gli effetti cronici del dolore e dei traumi, prevenire la depressione e persino il burn out.
Tra tutte le possibili definizioni la più bella è proprio quella di Jon Kabat Zinn: Mindfulness è “la qualità che emerge dal prestare attenzione, intenzionalmente, al momento presente, con curiosità e senza giudizio”.
In questa definizione ci sono aspetti di fondamentale importanza per sviluppare una buona pratica. Sappiamo ad esempio, se soltanto ci fermiamo un attimo a riflettere, che noi giudichiamo costantemente tutto quello che ci passa per la mente (anche ciò che non esprimiamo): quello che ci piace e non ci piace, quello che è conveniente o sconveniente, le qualità etiche di un comportamento o di una situazione, la volontà o meno di impegnarci per un fine etc etc Ci è molto difficile astrarre il pensiero dal giudizio, non offrire opinioni o trarre conclusioni. La capacità della mente di riflettere, discernere e concludere è estremamente importante e utilizzare mindfulness non vuole certamente dire negare questa importanza. Mindfulness però ci invita a lasciarla da parte per un momento per poterci aprire, con occhi nuovi e con la curiosità del principiante, su aspetti della quotidianità che solitamente non riusciamo a vivere o a goderci, trovando così un modo per non darli per scontatati.
In particolar modo la pratica base di mindfulness invita a prestare attenzione al proprio respiro, gesto fondamentale per la vita, ma che facciamo in automatico, senza rendercene conto, dandolo per scontato. È davvero un bene che il nostro corpo si preoccupi di portare avanti questa attività fondamentale per la nostra sopravvivenza senza chiederci un impegno cognitivo al proposito, ma è un bene prezioso potervi prestare attenzione, intenzionalmente. Poter fare caso al suo ritmo, infatti, ci permette ad esempio di quietare la mente, di darle riposo, di non farla vagare per territori in cui si potrebbe perdere, di concentrarla in un momento cosciente.
Respirare è una attività del qui e ora, del momento presente: non possiamo respirare per ieri o per domani e nemmeno respirare ancora il respiro appena fatto o che vorremmo fare dopo questo. Ogni respiro ha una sua vita, unica, irrepetibile e prestargli davvero attenzione vuol dire pertanto fare esperienza del presente nel momento stesso in cui accade. Ci permette quel piccolo “rallentamento”, di prendere consapevolmente una piccola distanza tra quello che ci succede e la riposta che vogliamo dare, per dare una vera risposta e non una reazione impulsiva. Forse ti è capitato qualche volta di fare 3 respiri lunghi per poterti calmare e non farti trascinare dagli eventi. In quel momento hai messo un atto una breve pratica di mindfulness.
Mindfulness è un muscolo della coscienza, una qualità presente in tutti noi che occorre, però allenare, con costanza e volontariamente come qualsiasi altro muscolo. Solo così ne potremo beneficiare nei vari momenti della nostra vita.